Il problema edilizio è fondamentalmente un problema
culturale perché la cultura è l'unico vincolo che pare essere rimasto, oggi, al
dilagare del cemento e della speculazione. La politica può poco quando sono i
cittadini stessi a volere che le case vengano costruite. Molti abusi vengono
fatti dai proprietari stessi, come testimonia tra l'altro il formidabile libro
di Calvino “La speculazione edilizia”. Sono gli abitanti di un luogo a
rovinarlo o a lasciare che venga sventrato. “Orte è come un prosciutto, il
prosciutto è bbono sarà bbona pure la forma della città”. A Porchiano, un paese
dal brutto nome ma dalla forma intatta grazie ad una politica severissima sulle
concessioni edilizie, una signora che abita da sempre lì si lamentava di non
poter costruire una villa in campagna. La comodità vince sul valore della bellezza,
sull'identità del paesaggio e sulle tradizioni. Come dice Pasolini c'è bisogno
di una svolta culturale, che però stenta ad arrivare, come la primavera in
Povera patria di Battiato.
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